Fiabe e leggende.

Esiste un animale ancora più sfuggente del calamaro gigante, una bestia mitologica di cui tutti parlano e che nessuno ha mai visto: i mitomani raccontano di esserlo o esserlo stati in alcuni periodi piuttosto difficili della loro vita, quelli più sinceri di noi ne vantano le qualità invidiandole anche se non ne hanno mai visto uno e non avendo quindi la prova dell’esistenza di questo animale leggendario.

Questa chimera, questo misterioso essere del nostro tempo (si dice che una volta ce ne fossero molti di più) è L’UMANO CHE NON SI PREOCCUPA.

“Stai tranquilla.” (Tranquillo è morto)

“Preoccuparsi non serve a niente.” (Bugia. Intanto serve a preoccuparsi)

“Se c’è una soluzione perché preoccuparsi? Se non c’è una soluzione perché preoccuparsi?” (Le paraculate aristoteliche non mancano mai)

Io lo devo ancora incontrare, quello o quella che non si preoccupa. E se state pensando “beh, io per esempio non mi preoccupo” rilassatevi, nessuno vi sta guardando.

Poi insomma, preoccuparsi NON E’ una cosa sbagliata. Per esempio se non fossimo capaci di preoccuparci non faremmo la raccolta differenziata, non avremmo imparato a depositare i nostri bravi cataboliti nel water (e li lanceremmo ancora dalla finestra: alzi la mano chi vorrebbe più passeggiare tra i pittoreschi vicoli di trastevere, a quel punto), non saremmo seduti sul bordo del divano durante una partita di calcio. O durante un spoglio elettorale. Quindi vedete che preoccuparsi è necessario e a tratti è anche divertente.

Casomai potremmo dire che esistono due momenti diversi nella vita delle persone: quello in cui ci preoccupiamo “il giusto” e quello in cui ci preoccupiamo “alla enne”, in cui cioè il livello di ansia va OLTRE una certa soglia e i vari sistemi di controllo cominciano a fare rumori penetranti tipo

BLAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH

Esempio di conversazione:

Amico X: “Se c’è una soluzione perch….”

Io: “BLAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH”

Amico X: “Preoccuparsi non ser…”

Io: “BLAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH”

Amico X: “Stai tr…”

Io: “BLAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHAAAAAAAAAAAAAAAAHAAAAAAAA! BLAH! BLAAAAAAAAAAAAAAAAH!”

Le soluzioni che ho trovato al momento sono:

1)CANTARE A SQUARCIAGOLA. E’ tipo dire BLAAAAAAAAAAAAAAAH però con le parole: in questo modo nessuno chiama la neuro, anche se le coinquiline comunque si spaventano.

2)FARSI FARE LE COCCOLE da qualcuno che non ha secondi fini. Tipo l’amico gay.

3)POSSEDERE UN GATTO GRASSO E ANZIANO che ha passato la fase del “ti butto giù tutti i soprammobili”

4)TETRAIDROCANNABINOLO

5) LEGGERE TOMI DI LETTERATURA RUSSA CON PASSAGGI IN FRANCESE E NOTE A PIE’ DI PAGINA.

Qui c’è crisi: avete suggerimenti?

 

 

2 pensieri su “Fiabe e leggende.

Lascia un commento